Celine
Celine si cercò nello specchio
affisso all’albero della selva.
Rimase per ore a guardare un’immagine
che non le corrispondeva.
Frammenti di buio e luce si rincorrevano
senza posa.
A tratti scorgeva un volto privo di lineamenti
che si nascondeva nella tenebra.
Con le dita
si cercò la bocca.
Cercò gli occhi.
Vuoto assurdo.
Non riusciva a percepire il suo corpo.
Eppure la mente era attiva.
Solo l’angoscia alitava nel vuoto
delle sue membra.
Nello specchio scoprì il suo colore di tenebra.
Vide il suo sguardo di fuoco.
Il suo sorriso beffardo appariva e scompariva.
Eppure non aveva occhi.
Fu allora che arretrò.
Eppure non aveva gambe.
Quanto odiava quello specchio inatteso.
Avrebbe voluto romperlo.
Si avvicinò a lui e pur nell’assenza
degli occhi guardò.
Buio totale finché:
una grande aquila bianca squarciò la tenebra.
Avrebbe voluto toccare il suo manto.
Accarezzare il suo capo.
In un attimo si sentì trasportare in alto.
E sì scoprì due grandi ali bianche.
Serenella Menichetti